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martedì 4 ottobre 2016

12:26:00

...da un'idea di Fabio Ditto, fine conoscitore napoletano del mondo delle birre, nasce la prima birra "napoletana"...
























KBirr è la prima birra napoletana fatta con metodo artigianale, non filtrata e non pastorizzata, ne sono prodotte t
re tipologie, Lager, Scotch ale, Imperial Stout, per offrire un buon ventaglio di degustazione. 















Idea e progetto sono di Fabio Ditto, napoletano, fine conoscitore dell’universo birra e general manager di Loco for Drink, azienda leader in Campania nel settore della distribuzione e importazione della birra di alta gamma. 





















Dopo un attento studio e varie "cotte" condotte con il maestro birraio Achille Certezza del micro birrificio Chiari Sas, si trova la ricetta perfetta e dà corpo al suo sogno...creare una birra di qualità in Campania rigorosamente artigianale. 






















Il nome è un omaggio alla cultura napoletana, deriva dall’esclamazione partenopea di gioia, che evoca l'immediatezza, la spontaneità e la passione di questa birra: "Caspita, che birr!"











Le tre tipologie hanno nomi che evocano espressioni napoletane senza tuttavia incorrere nel dialetto tout court, "Natavot", "Jattura" e "Paliat", che riportano in etichetta immagini stilizzate di graphic-design che riprendono alcuni classici dell’iconografia partenopea. 
















Vuol essere una birra emozionale che dimostra come il territorio campano sia vocato alla produzione della birra e non abbia nulla da invidiare ai paesi Europei, è una birra moderna, contemporanea ma anche il prodotto della terra campana. 









"Una birra semplice, diretta, festosa nel linguaggio", dichiara il fondatore Fabio Ditto.
















Le tre tipologie nascono per differenziare il prodotto e per meglio esprimere quella famosa "napoletanità" che riflette la filosofia di vita tra il sacro e il profano, sono birre di produzione artigianale tutte non filtrate e non pastorizzate, che hanno un inizio dolce al palato con finale amaro, complesse ma allo stesso tempo facili da bere e da degustare. 





















La Lager NATAVOT, ha un’immagine stilizzata di San Gennaro, prende il nome dalla devozione che ogni napoletano ha per il santo patrono della città che, ogni 19 settembre, ripete un'altra volta (natavot in napoletano) il miracolo dello scioglimento del sangue. La birra è una lager bionda molto leggera e si presta ad essere richiesta e ribevuta più volte, una birra dal gusto intenso, grazie al luppolo, ma allo stesso tempo altamente digeribile e gustosa. 



















JATTURA è una Scotch Ale ed ha sull’etichetta il simbolo di un corno stilizzato, simbolo apotropaico per eccellenza a Napoli, com'è noto i napoletani sono molto scaramantici e il corno portafortuna è, senza dubbio, il più diffuso amuleto, infatti per secoli insigni condottieri, tra cui lo stesso Alessandro Magno, si fecero raffigurare con questi ornamenti sul capo: le corna erano ritenute sia emblema di potere che di appartenenza e discendenza divina, era usanza portare un solo cornetto e di toccarlo e baciarlo prima di un’impresa bellica o prima di concludere un affare. Quale che sia il loro utilizzo i corni restano sempre piccoli amuleti legati agli antichi riti magici pagani. E' una birra dal colore ramato prodotta con una percentuale di malto di whisky affumicato con legno di torba. Al naso il torbato è subito evidente insieme ai sentori di malto e caramello. 



































PALIAT è una birra molto complessa, una Imperial Stout, creata con materie prime di alta gamma (dai malti tostati al luppolo). Paliat, nel dialetto napoletano, si traduce in solenne bastonata, picchiare con forza. Nell'etichetta è raffigurato un mastino napoletano per rimandare al significato per-cotere = scuotere intensamente e continuamente. La birra, infatti, ha una elevata gradazione alcolica di oltre 9° che scuote piacevolmente, ma intensamente, chi la degusta. Al palato si presenta corposa con un impatto maltato che lascia spazio alle note di caffè, nocciola e cioccolato amaro.






























La produzione di KBirr è dunque orgogliosamente napoletana, è un progetto completo che va dal pensiero del prodotto alla sua presentazione; è il processo che rende il prodotto unico, seppur ripetibile, e lo posiziona dandogli voce e carattere. Per questo le tre tipologie sono uniche nello spirito e nel gusto. Fabio Ditto ha anche pensato al design del suo prodotto, riconoscendo a questo elemento il vero ruolo di comunicazione. 




























Napulèblog


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